Ogni volta che si avvicina il periodo dell Avvento, non posso fare a meno
di pensare a Gesú bambino che, una volta nato, viene appoggiato nella
mangiatoia di una stalla. La festa del Natale mi ha posto sempre di fronte al
problema della organizzazione e della mancata programmazione delle cose che
avvengono nelle cittá.
Se ci pensiamo meglio, Gesú nasce a
Betlemme ove i suoi genitori Maria e Giuseppe si trovano per ragioni di censimento
e nessuno ha pensato dove accogliere i tanti pellegrini che vi si devono recare
per questo motivo.
Il nostro Arcivescovo Mons. Moretti ci ha ricordato che non dobbiamo
dimenticarci del “Festeggiato”. Fa bene a segnalarci di non perdere di vista le
ragioni fondamentali di questa grande festa cristiana.
Peró, senza essere assolutamente irriverenti, dovremmo prendere spunto
dalla grande vicenda della nascita di Gesú, per rivolgere lo sguardo alle
inefficienze che circondavano giá la comunitá che lo accolse nel Suo tempo e
trarne qualche indicazione utile al nostro lavoro quotidiano di operatori
culturali e sociali.
Siamo stati abituati troppo e per troppo tempo, a vivere alla giornata!
Quante volte nel nostro impegno non solo è mancato un disegno di
prospettiva in cui collocare il nostro lavoro, ma anche lo sforzo di non adattarci
alla situazione particolare in cui ci siamo venuti a trovare. Non c è dubbio
che dobbiamo superare questo modo di impostare le cose basandoci sulla situazione
o sulla occasionalitá! Dobbiamo fare uno sforzo per imparare a costruire le
prospettive di un impegno di piú lungo periodo e perció riuscire a darci il
metodo necessario per affrontare con continuitá e competenza i problemi che si
pongono di fronte a noi, in modo da riuscire a trovare le idee e le ragioni per
individuare le giuste soluzioni che occorrono e che sono necessarie per
ritrovare la giusta via. Per questo dobbiamo rimettere al centro della nostra
attenzione la capacitá di progettare gli interventi necessari e programmare le
nostre iniziative.
Il lavoro di queste ultime settimane di avviare un nuovo ciclo di
formazione per nuove “sentinelle del disagio”, sta riscuotendo tanti interessi e
ci richiama proprio al bisogno di educarci a saper costruire indirizzi di
prospettiva ed imparare a progettare, o migliorare la nostra capacitá di
programmare, e progettare indirizzi formativi in grado di far crescere uomini e
donne protagonisti del proprio tempo: operatori professionalmente capaci di
migliorarsi continuamente per affrontare i problemi complessi della nostra
epoca con solide motivazioni e con strumenti adeguati ai bisogni di chi ha
bisogno.
Una cultura del progetto che ci aiuti a crescere insieme e che mi fa
immaginare che se dovesse trovarsi oggi Gesú bambino, dalle nostre parti,
troverebbe non solo un luogo migliore per nascere, ma anche un posto dove i
Suoi genitori potrebbero essere meglio ospitati, perché qualcuno ha programmato
la doverosa accoglienza dei pellegrini.
BUON NATALE A TUTTI !
GERARDO GIORDANO
il link di CAOS-informa per leggere tutta la rivista:
http://www.centrolatenda.it/web/index.cfm?id=ACF97C03-4F86-4EAA-82C7B42F2C7DD922&caosinforma-47&menu=menu
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