sabato 4 ottobre 2014

RICOSTRUIRE LA CULTURA DELLA PACE!

Il tempo che stiamo attraversando è segnato nuovamente da grandi conflitti che non investono solo nazioni e popoli, ma anche le diverse religioni, oltre naturalmente i soliti interessi economici e finanziari, il più delle volte legati al controllo del petrolio.
In particolare, l’aggressione ad alcuni popoli  ed etnie, specie nel Medio oriente e nell’Africa mediterranea, per ragioni e differenze di natura religiosa, e la violenza bieca con cui viene esercitata,  ha risvegliato passioni nefaste e determinato un clima generale  di così forte contrapposizione tra stati e popoli che pensavamo ormai assopiti se non superati, soprattutto dopo l’aggressione  alle torri gemelle di New York del 2001.
Veramente una situazione molto brutta  in un clima così pesante ed incandescente che il Santo Padre Francesco ha definito da terza guerra mondiale, e chiedendo di non rinunciare a sviluppare un impegno straordinario che aiuti gli uomini di buona volontà a riprendere le ragioni del dialogo e del confronto tra le fedi e culture diverse e consenta di creare un clima più disteso e ragionato.
 Per quello che mi è dato di capire, penso che in questi anni si sia andata sempre più affievolendo la cultura della pace a scapito della ricerca e del vantaggio degli interessi particolari.
La ricerca del bene comune ha ceduto il posto ai particolarismi ed alla esaltazione degli egoismi e degli individualismi.
Il piccolo particolare da salvaguardare, ha preso il posto dell’interesse generale e del governo dei grandi processi che la storia ha fatto emergere con  la svolta o meglio con la chiusura delle appendici dei conflitti aperti nel novecento.  
A riflettere bene sulle cose che apprendiamo e vediamo quotidianamente nei notiziari, occorre rilanciare con grande forza l’iniziativa necessaria per la crescita della cultura della pace. Una iniziativa che andrebbe sviluppata a tutti i livelli per ridare più forza e slancio alle forze disponibili al coraggio del negoziato, insieme alla volontà di riconciliazione laddove è possibile, per isolare le persone e gli ambienti smaniosi di fare guerra e darsi continuamente battaglia.
Proprio in questo anno in cui ricordiamo i cento anni della prima guerra mondiale, la lezione della storia dovrebbe aver insegnato l’inutilità delle distruzioni e che solo la pace tra gli uomini può aiutarli a vivere in una condizione di serenità e dignità.

GERARDO GIORDANO