LA SPIAGGIA AL TEMPO DELLA CRISI di Gerardo Giordano

Agosto 2013. Litorale dell’Alto Tirreno cosentino.
Giornata di sole calabrese, di quello buono. Sopraffatto dal calore e dalla crisi, indugio sul bagnasciuga della spiaggia tra Scalea e S. Maria del Cedro. Non lo faccio mai, però oggi questo caldo d’agosto è veramente asfissiante.
Il veloce e breve  maltempo dei giorni scorsi ha rifatto il letto di sassi ch’era scomparso: non mi infastidisce come la sabbia di tutti i giorni. Posso stare seduto a terra e tenere le gambe a mare a sciacquettarmi. Sembra quasi di stare in spiaggia a Cirella.
La crisi ha ridato vita all’antica villeggiatura delle famiglie come nei tempi passati e anche noi siamo tornati qui. Si sono dovunque riaperte case trascurate da anni, ed anche le spiagge si sono ripopolate di gente che non si vedeva più da tempo. Sono ritornate persone lontane e tutti si lasciano andare finalmente all’ozio genuino di una volta. Tribù familiari numerose affollano la spiaggia: segno della nuova vita riportata nelle vecchie case di famiglia e i più giovani riscoprono antiche nostalgie comunitarie dei bei tempi passati.
Indugio in questo mio tranquillo diletto riflessivo, quando mi compare all’improvviso il personaggio del giorno.
E’ alto, giovane, bianchissimo, capelli rossicci. Sembra quasi un vikingo. Ho pensato sarà di quelli che vengono dal baltico: ma come ce ne sono anche quà, sulle spiagge tirreniche della Costa dei cedri?
Comincia a lanciare in aria il suo prodotto paradossale: il pinguino di plastica che atterra semprimpiedi. Di due misure.
Li lancia quasi a caso, a mare o anche nelle piscinette dei bambini piccoli nei quali non è ancora cresciuta la voglia e la fiducia di andare per mare… forse per il timore delle mamme e dei papà. La gioia dei miei nipotini è immensa.
Ce ne sono tanti di bambini questa mattina. Piccoli e festosi bambini che arricchiscono vocianti e con le loro gioie quest’agosto di crisi.
Anche questo è un segno dei tempi.
Crisi? si, forse, ma bambini pure! Gioiosi e divertenti. Per il resto poi si vedrà.
E’ veramente una singolare novità questo pinguino a tre colori che non cade mai. E, infatti in pochi istanti il mio vikingo baltico ne piazza quattro.
Chi sarà mai questo venditore fantasioso? Non ho il tempo di avvicinarlo, è già avviato svelto, verso altri lontani clienti.
Che cosa sono diventate le nostre spiagge al tempo della crisi…
A proposito di immigrazione, quando mi dicevano che avevamo bisogno di braccia, chissà perché, pensavo sempre all’agricoltura in crisi che ne aveva tanto bisogno.
Non immaginavo l’ambulantato occasionale estivo, un impegno a tempo determinato, ma risorsa di sopravvivenza per immigrati, forse clandestini.
Su questa spiaggia calabrese, si ritrova un campionario umano straordinario. Non solo quello particolare dei villeggianti che è già molto singolare, ma anche di tutte le provenienze e le   specializzazioni del piccolo commercio ambulante. C’è persino  l’antico grattachecca che su una stecca di ghiaccio, portata su un carrettino a mano, permette di fare all’istante una occasionale granita alla napoletana.
Le forme sono quelle tipiche del mercante vero e proprio. Solo che vengono realizzate in formato ridotto e in piccole dosi, con  una diversa inventiva, a seconda delle provenienze, e una maggiore fatica, per la ricerca diretta ed immediata, a volte ossessiva e petulante, degli avventori o delle … avventrici.
I venditori di abitini per signora, per esempio. Sono tunisini o marocchini,  vestiti come da deserto ed in pieno Ramadam, girano tutta la lunga spiaggia, affaticati e grondanti di sudore, con un lungo appendiabiti sulle spalle dove vi sono appesi centinaia di abitini estivi, leggeri.
Stento ad individuare la provenienza delle aree di produzione dei capi in vendita, ma noto la fatica immane per spostare ogni volta “l’attrezzatura aziendale”.
Una volta scelto, ogni tanto, un posto della spiaggia tra il mare e gli ombrelloni, sotto il solleone, ecco apparire tante signore, tutte in rigoroso bikini, forse in  omaggio alla tensione religiosa del mercante, alla ricerca del pezzo forte e del prezzo conveniente del capo, che pure tanto esclusivo non è. E questo lavoro e questa fatica vanno avanti tutto il giorno fintanto che tanta gente affolla le spiagge.
Non immaginavo tanto interesse della … clientela.
La fantasia per trovare clienti interessati, è semplicemente straordinaria e batte tutte le precedenti tradizionali esperienze partenopee conosciute, pur su una spiaggia molto frequentata anche da varie etnie napoletane  (ho riscoperto persino i biscotti di Castellammare nella vecchia carta blu).
Ieri una intera famiglia rom girava la spiaggia con un impianto di accompagnamento musicale ad un sassofonista che, a volte, pure con una tromba allietava i bagnanti con brani di grande musica e con tanti “happy birthday” per onomastici e compleanni agostani d’occasione.
Che trovata! Se non fossero stati sicuramente bisognosi realizzavano una idea veramente geniale. Vendere musica a mare.
Su una spiaggia come questa, piena di gente, c’è una moltitudine di indo-africani. Sperimentano il piccolo commercio ambulante in attesa o a corredo di altre attività da esercitare  nelle grandi città nel corso dell’anno.
Propongono tutte le specie possibili di prodotti taroccati non locali: borse per signora, occhiali da sole di grandi marche false, teli da bagno, secchielli e salvagente, braccioli e cinture, orologi, orecchini, pietre per gioielli, ombrelli per la pioggia, cocco fresco. Non tutti però sono allo stesso livello. I rumeni sono gli unici che resistono a proporre piccoli prodotti per la casa del loro artigianato locale fatto a mano: completamente fuori moda e forse anche fuori mercato.  Diversamente dai pachistani che danno lezioni di stile di lavoro per la presentazione delle loro straordinarie  pietre del lontano oriente
Così, vedere uno del nord europeo con tanto di zaino in spalla ed i pinguini di plastica, mi ha veramente incuriosito.
Ma m’intriga di più sapere dove e come vivono quì tutte queste persone, ed a quali altre precarietà si saranno adattati, questi nuovi ospiti del bel Paese, per resistere sul mercato occasionale delle vacanze nel tempo di crisi.   
Ci sarà qualcuno che si occuperà di loro?

GERARDO GIORDANO




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