IMMIGRAZIONE: un punto di vista di Gerardo Giordano.

Il tema dell’immigrazione rimane sempre al centro di tutte le attenzioni. E’ diventato gradualmente il problema dei problemi e l’aspetto prioritario delle discussioni politiche e culturali ormai in tutta l’Europa.
In qualunque ambiente si tocchi l’argomento, non manca di suscitare attenzione, interesse, polemiche e conflitti, sebbene sia noto che i veri problemi dei cittadini, siano ben altri e per certi versi anche più preoccupanti, come il lavoro, la sua tutela e la sua crescita, la casa ed i servizi sociali, il reddito delle persone.
Ma nelle agende dei Governi e dei responsabili dei paesi, l’immigrazione rimane però un elemento prioritario collegato strumentalmente al bisogno di sicurezza dimenticando, specie da noi, in Italia, il forte bisogno di crescita civile e sociale (nei servizi) che riguarda tutti per la nostra evoluzione collettiva.
Varie preoccupazioni derivano così, dal problema immigrazione che, unico, riesce a muovere invece, le attenzioni di quasi tutte le varie leaderships dei diversi Stati europei, così come delle minoranze e delle opposizioni presenti nelle diverse situazioni. Si miscelano in tal modo contraddizioni e benefici che però rendono sempre più complicato arrivare a nuovi approcci per dirimere il problema con un sano equilibrio e pragmatismo.
Si passa dalla denuncia del fallimento della scelta multiculturale e dell’integrazione che hanno caratterizzato le scelte di libertà di circolazione delle persone (e delle merci) in Europa nei decenni passati, come recentemente ha denunciato la cancelliera della Germania, alla denuncia problematica dei nuovi bisogni di mano d’opera specializzata, specie tecnici ed ingegneri, immaginando la futura uscita dalla crisi e la ripresa dell’economia.
Non meno diversa si presenta la situazione negli altri principali paesi come Francia, Inghilterra e nelle cosiddette democrazie nordiche come la Svezia, l’Olanda e Danimarca.
Sebbene in questi ultimi anni ci sia stato un forte aumento dell’associazionismo basato sull’impegno di solidarietà che ha stimolato uno straordinario movimento di volontariato, l’offuscamento dei valori della cultura solidale, che avevano caratterizzato il tempo dell’avvio della nuova società europea, ha prodotto che anche nel nostro Paese, stiamo precipitando verso punte di drammatiche chiusure nei confronti degli immigrati e di tutti i “diversi” per stili di vita e convinzioni religiose che vanno di pari passo con la paura di perdere le proprie tradizioni e la propria identità.
Sta venendo meno e si sta facendo in tal modo diminuire, se non perdere, addirittura, la disponibilità all’accoglienza che ha da sempre caratterizzato un Paese come l’Italia, nonostante il nostro Paese sia ridiventato un considerevole bacino di emigrazione, specie per giovani diplomati e laureati.
Un Paese, l’Italia, nel quale risiedono ormai circa cinque milioni di immigrati e dove, secondo il recente censimento della Caritas 2010, due su cinque provengono dai paesi della nuova Europa.
Ma la Caritas denuncia anche con preoccupazione il rallentamento delle politiche di integrazione che non si possono spiegare solamente con l’incedere della crisi economica ed il restringimento delle disponibilità delle nostre comunità locali.
Bisogna perciò evitare che la paura prenda il sopravvento e insieme anche le reazioni negative rispetto alle tante differenze che hanno costituito la grande opportunità dell’immigrazione in alcuni momenti importanti dello sviluppo economico e delle imprese nel nostro Paese.
Forse giova ricordare le recenti parole del Papa Benedetto XVI, nel messaggio alla Giornata del Migrante in cui segnala tra gli altri “il bisogno di assicurare sempre il rispetto dovuto, alla dignità di ciascuna persona umana”.

GERARDO GIORDANO
ott. 2010 x Centro La Tenda - Salerno

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