COMUNICARE IL TERREMOTO. di Gerardo Giordano

L’incontro sulla comunicazione che riprende il ciclo dei seminari di Fieravecchia, è venuto a cadere in un momento simbolo della storia del nostro territorio: trent’anni dopo il Terremoto del 23 novembre 1980.
C’è un nesso profondo tra i due appuntamenti.
Caos-informa ha scelto di mettere il territorio al centro della sua iniziativa, per cercare di conoscerlo per agire meglio rispetto ai problemi sociali esistenti e non sempre ben conosciuti.
Il terremoto è stato uno di quegli eventi che hanno segnato questo territorio. Paradossalmente i suoi effetti ancora si sentono ed influiscono in alcune scelte.
Perciò stesso il tema della comunicazione, al centro della nostra riflessione oggi, ci pone subito di fronte ad un esempio concreto e calzante. Un caso di studio “comunicare il terremoto” del quale possiamo far tesoro. Una esperienza, quasi sconosciuta allora, qual è quella della comunicazione e segnalare o almeno accorgerci dei progressi che nel corso di questi trent’anni si sono potuti realizzare.
Oggi ci troviamo in un contesto ben diverso da quel momento difficile!
Il trascorrere del tempo ha prodotto, anche per effetto della Legge per la Ricostruzione (219/81), trasformazioni importanti con riflessi notevoli sul miglioramento delle condizioni civili e sociali dei territori colpiti, nonostante tutte le polemiche strumentali che hanno accompagnato l’evolversi della situazione.
Il 23 novembre 1980 molti comuni colpiti non erano facilmente raggiungibili, non solo per la cattiva situazione delle strade, ma anche per la quasi inesistenza delle informazioni per raggiungerli. Se ancora oggi l’informazione stradale e la segnaletica, è ritenuta un optional nella spesa pubblica, figuriamoci allora in una situazione di marginalità esasperata qual’era l’epicentro del terremoto: un’area grande quanto il Belgio. A volte vivendo in situazioni di marginalità non ci rendiamo conto dell’arretratezza esistente.
Ma quando dopo i primi momenti di smarrimento ho ripreso a pieno ritmo il mio ruolo di dirigente sindacale per rinvigorire il rapporto con i centri regionali e confederali, il mio stupore più grande è stato verificare che il primo punto della prima direttiva nazionale del post sisma, era indicato nel costruire un sistema informativo prima ancora di dotare i centri operativi di intervento locale di un telex per consentire una diffusione immediata delle informazioni logistiche ed operative.
Oggi, questa scelta fa sorridere: siamo così abituati ad una velocità di informazione e con strumenti così sofisticati, che lavorare con il sottofondo del rumore delle telescriventi nel sindacato sembra quasi paleontologia.
Per quelli della mia età però fu una autentica rivoluzione.
Una trasformazione organizzativa e politica senza precedenti: non dovevi più aspettare la posta per conoscere le direttive più importanti, ma il documento era lì sulla tua scrivania in giornata. Cioè quasi subito!
Naturalmente questa scelta aveva uno scopo importante, quello di rimettere in funzione una organizzazione collassata e collegare persone, dirigenti e strutture isolate, direttamente ai centri decisionali regionali e nazionali.
I risultati non sono mancati sia nel poter seguire più agevolmente i flussi di aiuto e di solidarietà, minacciati dalla criminalità, le azioni del Commissariato straordinario per il terremoto che era stato istituito dal Governo; sia nel complesso dibattito sulla ricostruzione e la rinascita, che dette poi vita alla Legge 219, sia nella realizzazione delle opere di solidarietà come i famosi 20 Centri Sociali realizzati con i fondi raccolti dai lavoratori italiani e donati ai Comuni, insieme a tutte le azioni che hanno prodotto i numerosi cambiamenti che oggi viviamo come progresso in alcune aree del sud che altrimenti sarebbero state lasciate in un completo abbandono.
Anche questi brevi richiami ad uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, dimostra come il nesso territorio-comunicazione, abbia una importanza assoluta per fare in modo che la crescita economica e sociale di una realtà, anche in particolare declino, sia realizzata con sempre maggiori strumenti ed interventi comunicativi che consentano una intensa partecipazione dei cittadini, al fine di far crescere il valore della responsabilità e consolidare anche la nostra democrazia.
L’esperienza del Terremoto del 1980 ha dimostrato quanto ciò fosse indispensabile, sia nella fase di prevenzione che nelle fasi successive di rialloggiamento delle persone e delle famiglie e poi nella lunga gestione della ricostruzione.

GERARDO GIORDANO per Caos-informa - novembre 2010
vedi anche i links:
http://gerardogiordano.blogspot.com/2010/11/23-novembre-1980-2010-il-terremoto.html
http://gerardogiordano.blogspot.com/2009/11/23-novembre-1980-il-terremoto-in.html
http://www.unicosettimanale.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=43&Itemid=18
( edizione del 25 novembre 2005 - pagina 3)