Siamo tutti preoccupati dalla mancata partecipazione dei
cittadini ai momenti del voto. Ci sembra che le assenze riducano il valore
delle verifiche elettorali e della democrazia.
Anche le recenti elezioni amministrative e persino i numerosi
ballottaggi, hanno fatto registrare un calo elevato di elettori ai seggi.
Come dobbiamo considerare questo fenomeno alla luce dei tanti
avvenimenti che circondano la vita pubblica nazionale in questo momento?
Solo un disinteresse verso la politica o la difficoltà a
vivere con impegno i vari momenti della partecipazione istituzionale?
A voler considerare l’ampiezza dei vari movimenti di
volontariato che sono cresciuti nel nostri Paese, in questi ultimi anni, in
tanti settori, è difficile pensare al nostro come un popolo che si nasconda
dietro la complessità dei problemi per ridurre la propria partecipazione alla
vita comune. Non sembra apparire un calo di democrazia!
Dunque l’astensione elettorale, o le assenze in alcuni
momenti della vita pubblica, indicano che ci sono ben altri problemi dietro i
comportamenti, forse di rivalsa, di
tanti nostri concittadini, che non si
possono liquidare con facilità: il mancato coinvolgimento nei processi
decisionali, l’estensione accentuata del familismo, il distacco dalle
istituzioni, il rallentamento delle carriere, gli esodi accelerati dal lavoro
come rimedio all’invecchiamento e alla disoccupazione giovanile, la corruzione
e la criminalità violenta delle cosche .
Una sorta di corposo malessere insomma che fa da fronda ai
vari movimenti che si sono sviluppati contro la politica dei partiti
tradizionali per i quali forse non sono stati sufficienti le trasformazioni che
sono intervenute negli ultimi anni.
Abituati a partecipazioni sociali ed elettorali molto elevate
ed intense, ci lasciamo sorprendere dalle intemperie che le difficoltà della
crisi economica internazionale ha determinato nei nostri paesi europei.
Se i risultati di queste ultime elezioni amministrative non hanno
il compito di cambiare gli assetti nazionali, come è ovvio, va da se che
occorra ricercare momenti di riflessione che aiutino a capire come superare le
angosce di questo momento.
Ma io penso che non solo di astensionismo dobbiamo
parlare. Nel mondo occidentale si è
determinato un distacco sempre più forte tra i problemi quotidiani delle
persone comuni e le difficoltà che
incontra chi ha la responsabilità di governarci,
soggetto a scelte sempre più difficili e complesse, non sempre accettabili o
comprensibili da tutti.
Le scelte irragionevoli che alcuni compiono pensando così di
aggirare le difficoltà che oggi ci affliggono, non sono la soluzione
che crea tranquillità più intensa e maggiori certezze per il futuro.
Per superare le inquietudini, abbiamo bisogno di una
partecipazione molto più intensa e forte per individuare le soluzioni che
occorrono per restituire tranquillità alle famiglie e quiete sociale per costruire
nuovi destini per le prossime generazioni.
GERARDO GIORDANO
E' uscito il numero 98 di CAOS-informa.
Per la lettura completa ecco il link: http://ita.calameo.com/read/000013426e24ab596aa35