domenica 26 aprile 2009

GERARDO GIORDANO ALL'INCONTRO CONCLUSIVO DELLA 1a SETTIMANA SOCIALE DELLA DIOCESI DI CERRETO SANNITA-TELESE-S. AGATA DEI GOTI.

Alla presenza di S. E. Mons. Michele De Rosa, Vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata dei Goti, si sono conclusi in tarda serata di venerdì 24 aprile, nel Centro Pastorale "Alfonso Maria dei Liguori" a Luzzano di Moiano, in provincia di Benevento, i lavori della 1a Settimana Sociale Diocesana.
"Crisi del lavoro e fragilità sociale: verso un nuovo modello di comunità e di sviluppo".
E' stato questo il tema dominante di questa importante iniziativa, che si è articolata in laboratori di discussione che si sono tenuti in varie sedi della Diocesi.
La Famiglia tra fragilità e speranze; combattere la povertà: cooperazione, legalità, nuovi stili di vita; lavoro, ambiente, persona: per un nuovo modello di sviluppo; happy hour: direzione lavoro. Quattro grandi aspetti della vita delle comunità, che sono stati approfonditi nei laboratori a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone ed i cui approfondimenti sono stati riferiti nell'incontro conclusivo di Moiano.
I lavori erano stati aperti il 19 aprile scorso a Cerreto Sannita con un incontro dibattito su "Il lavoro nella dottrina sociale della Chiesa" moderato dalla dott. Nisia Pacelli ed a cui avevano preso parte il prof. Giuseppe Acocella vice presidente del CNEL ed il vescovo Mons Michele De Rosa.
Gerardo Giordano vicino a S.E: Mons. Michele De Rosa mentre parla in assemblea generale
Nella serata conclusiva i portavoce dei vari gruppi hanno riferito in assemblea generale il frutto delle discussioni emerse nei vari e partecipati laboratori. Sono venute fuori importanti indicazioni pastorali, soprattutto per quanto riguarda le sfide della famiglia oggi ed il rapporto scuola famiglia, per migliorare reti e catechesi. Inoltre importanti orientamenti sono emersi negli altri gruppi, in riferimento alla condizione giovanile nelle aree rurali ed al bisogno di camminare insieme per affrontare i temi delle economie territoriali e quello del lavoro che è stato da più parti indicato come una autentica emergenza in tutta la diocesi.
Mons. don Orazio Francesco Piazza mentre coordina l'incontro dibattito nella serata conclusiva
"Oltre la crisi: dalla partecipazione alla giustizia sociale per il bene comune", il tema assegnato alla serata conclusiva della settimana sociale per collegare - come ha introdotto don Franco Piazza il contributo di Gerardo Giordano - le varie istanze emerse nelle discussioni dei laboratori e dare maggiorte pregnanza solidaristica al bene comune.
Gerardo Giordano ha sottolineato l'importanza della iniziativa e la necessità di replicare questa bellissima ed utile esperienza. Partendo dall'accentuazione dei divari nord sud nel nostro paese, ha segnalato le profonde disattenzioni al problema del Mezzogiorno e l'importanza del recente incontro dei vescovi delle chiese meridionali sul tema del sud. E' ripresa l'emigrazione nelle nostre terre e porta via soprattutto i giovani migliori. Occorre sviluppare maggiore attenzione ai temi della economia locale ed offrire alle istituzioni tutto il valore delle proposte realizzate attraverso l'esperienza della settimana sociale e gli approfondimenti che verranno successivamente, utilizzando il metodo della concertazione e solidarietà. Ciò al fine di stimolare la crescita di nuovi lavori, superare la logica del posto, far crescere la coscienza partecipativa dei giovani attraverso i nuovi strumenti di intervento previsti dall'Unione Europea per la coesione, e, realizzare nuove esperienze di impiego particolarmente nei settori dei servizi di prossimità, anche attraverso la cooperazione sociale. Il tempo è favorevole per dare corso alle intuizioni della enciclica "Centesimus Annus" visto che dalla crisi finanziaria mondiale sono usciti nuovi valori ed anche nuove favorevoli opportunità.
Nisia Pacelli consegna un omaggio a Gerardo Giordano per la sua partecipazione
Mons. Michele De Rosa ha concluso la Settimana Sociale sottolineando che la Chiesa non intende sostituirsi alle istituzioni ma può concorrere a cambiare una mentalità. Essa non vuole sottrarsi all'impegno sul problema delle aziende in crisi nell'area e dei lavoratori che vedono messo in pericolo il loro posto di lavoro, ma intende mantenere la propria autonomia di giudizio e di valutazione sui problemi, e salvare la propria libertà. Anzi intende dare ed offrire come sempre, tutto il proprio impegno e contributo per superare le difficoltà anche affrontando il grande problema della emergenza educativa.

domenica 19 aprile 2009

MISSIONE EFFATA': A BARI L'ASSEMBLEA DEI SOCI PER IL BILANCIO ED IL PROGRAMMA ANNUALE.











Presieduta da Gianluca Scarnicci, si è svolta sabato 18 aprile 2009, a Bari presso l’Istituto Filippo Smaldone, l’Assemblea nazionale dei soci della “Associazione Missione Effatà” onlus.
L’Associazione nata alla fine del 2007, si propone, come è noto , la realizzazione di alcuni interventi di solidarietà missionaria, nel continente africano, soprattutto a favore di giovani soggetti particolarmente svantaggiati dalla sordità.
All’assemblea, la prima per l’esame del bilancio annuale dalla costituzione, ha portato i saluti della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori la Madre generale Suor Maria Longo, che ha richiamato le idealità e lo spirito che anima questa nuova impegnativa esperienza, sull’esempio di San Filippo Smaldone la cui pedagogia dell’amore verso gli emarginati dalla sordità e dalla povertà, mira alla promozione umana e spirituale.

Alla illustrazione dei documenti patrimoniali ed economici da parte dell’amministratore dell’ Associazione, ha fatto seguito la votazione del Bilancio al 31 12 2008, richiesta dal Presidente Scarnicci, che è stato approvato all’unanimità dai soci presenti.
In precedenza la segretaria Suor Ines De Giorgi, aveva presentato gli aspetti problematici di questa prima fase dell’esperienza ed i progetti per il 2009: la costruzione di una scuola materna e di un centro logopedico nel villaggio di Peporiyakou nel Benin; l’acquisto di un autoveicolo per il trasporto dei bambini e l’acquisto dei viveri nel villaggio di Ikonda in Tanzania; un’impastatrice e un forno per Nyamata Rwanda; un motore a pompa per l’irrigazione del terreno agricolo di Nyamata finanziato nel febbraio scorso, con l’1% del Fondo per lo sviluppo.
Si è poi sviluppato un proficuo dibattito a cui hanno preso parte i componenti di vari gruppi delle varie realtà presenti tra i quali la nostra nutrita presenza salernitana.
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domenica 12 aprile 2009

BUONA PASQUA

mercoledì 8 aprile 2009

1969-2009 QUARANTA ANNI DOPO I FATTI DI BATTIPAGLIA !

Quaranta anni dopo i fatti di Battipaglia del 9 aprile 1969 continuano a fare discutere !
In questi ultimi giorni articoli e dibattiti riprendono la questione, molto controversa, dell’eccidio con due morti, Teresa Ricciardi e Carmine Citro, conseguente ad una rivolta determinata dal tentativo di chiusura dello zuccherificio e la preannunciata prossima chiusura del tabacchificio S. Lucia, in un contesto di forti riduzioni di attività economiche nel settore dei conservifici e di gravi compressioni dell’occupazione.
Gli eventi di quel difficile periodo, hanno trovato, poi, in una successiva fase di sviluppo tumultuoso e non programmato, un approdo controverso che non sempre è stato “condiviso” dalla intera comunità battipagliese, nonostante esso abbia assicurato comunque, una forte crescita urbana e dei settori produttivi, anche molto innovativi. Tale sviluppo, ha costituito per Battipaglia, una opportunità certamente molto particolare tra le cittadine meridionali con forte vocazione imprenditoriale e un necessario bisogno di allargare il proprio bacino occupazionale.
Lo sviluppo economico anche in settori innovativi, che è stato determinato negli anni successivi, presupponeva però, la costruzione di una “politica industriale” locale che consentisse il consolidamento di quanto poi era stato positivamente realizzato.
Purtroppo non è stato così !
Le successive crisi di adeguamento tecnologico, l’ammodernamento dei settori meno avanzati, l’esplosione della piccola e media impresa ed il forte consolidamento della imprenditoria agricola della Piana del Sele, non hanno trovato una classe politica dirigente, e diligente, come la situazione richiedeva.
E’ mancata la capacità di affrontare la situazione con sufficiente forza e con una strategia in grado di individuare e costruire prospettive di attrattività di nuovi capitali e nuove energie e una necessaria moderna infrastrutturazione, per mettere a frutto tutte le potenzialità che la situazione aveva fatto comunque emergere.
Anche le positive realizzazioni infrastrutturali ed il sostegno alle imprese: politiche perseguite attraverso l’azione concertata del Patto Territoriale Sele Picentino con le amministrazioni locali e le associazioni imprenditoriali, dell’ancora più positivo Patto per l’Agricoltura e la Pesca, non hanno trovato un’accorta considerazione dei soggetti locali interessati ai temi dello sviluppo e del lavoro.
Sono noti i ritardi di Battipaglia in questa importante e unica esperienza realizzata nell’Area.
Permane quasi un continuo e permanente difetto di azione pubblica derivante, forse, da quella esperienza di singolare ribellismo meridionale che ha segnato, speriamo non irrimediabilmente, la storia di questa comunità.
Oggi Battipaglia si trova di nuovo ad un bivio, dopo circa quindici anni di disordine amministrativo, le prossime elezioni di giugno 2009 possono costituire un elemento di svolta e di trasformazione di un modello che non ha retto alle prove dei tempi.

GERARDO GIORDANO
leggi l'articolo scritto dieci anni dopo (1979) su Conquiste del lavoro ed altre cose sui fatti, pubblicati dall'Istituto Galante Oliva di Nocera Inferiore (Sa), su:

martedì 7 aprile 2009

RAFFAELA MARINIELLO A LEGGERMENTE FUORI FUOCO


City Specific
39 MILES di Raffaela Mariniello
L'associazione “Salerno Fotografia”, impegnata nella promozione e nella diffusione della cultura fotografica, in collaborazione con la galleria LEGGERMENTE FUORI FUOCO, si è fatta promotrice di “City Specific”, un progetto di ricognizione e interpretazione fotografica del paesaggio urbano della città di Salerno.
Tale progetto, affidato a protagonisti della fotografia di ricerca, specializzati nella lettura del paesaggio urbano e del territorio, mira a documentare e interpretare il processo di trasformazione urbanistica al fine di costruire, attraverso l’arte fotografica, un archivio dello spazio.
La prima missione fotografica è stata affidata a Raffaela Mariniello, fotografa artista napoletana conosciuta per le sue ricerche sul paesaggio e per la sua sensibile attenzione al rapporto esistente tra l'uomo e i luoghi che questo abita e attraversa.
Come dice Stefania Zuliani nella presentazione in catalogo:
“Non è un caso che le cinque, seducenti fotografie con cui Raffaela Mariniello ha guardato per la prima volta a Salerno, siano raccolte in una mostra il cui titolo non rivela ma confonde. Una misura – le 39 miglia che si dice corrano fra Napoli e Salerno – che è, senza dubbio, un’ipotesi e una metafora, un errore virtuoso perché non si può veramente calcolare la distanza fra due città come, ce lo ha insegnato Alighiero Boetti, non si può misurare la lunghezza dei fiumi: le acque sprofondano e riemergono, le città contravvengono i limiti cartografici, dilagano negli accenti e nei segnali, si contraggono, talvolta, nei recinti della tradizione. Del resto, il lavoro fotografico di Raffaela Mariniello, esito ultimo di una matura ricerca che da anni privilegia proprio l’urbano come territorio d’indagine e di creazione, si nega con decisione ad ogni tentazione documentaria, non è cronaca e neppure racconto, e senza rinunciare alla didascalia, che da sempre è completamento e, assieme, perversione di ogni fotografia, fa delle sue immagini, dilatate nelle dimensioni (100x120 è il formato scelto) come pure nei tempi, lenti e pazienti, dello sviluppo e della stampa, un campo di forze – di forme e di colori - che non ha bisogno di riconoscersi in un luogo specifico. Certo, il gioco dei riscontri e la scoperta delle prospettive è possibile: è nel porto di Salerno, nel suo centro antico e nella sua periferia che l’artista ha scelto di mettere alla prova il suo sguardo, ma poi la fotografia, che è impronta e icona della realtà, trova le sue ragioni più vere proprio nella distanza, senza misura, che la lega al dato di realtà, all’evidenza delle cose. Proprio come la città, che non si fonda sulle pietre e che neppure può identificarsi completamente nei suoi monumenti riconoscendosi, piuttosto, nella comunità che nel tempo ha desiderato, costruito, anche distrutto le sue mura, in un processo che non ha fine se davvero la città, come la fotografia, è «il perenne esperimento per dare forma alla contraddizione»”.
La mostra, che ha avuto il sostegno del pastificio Antonio Amato e dell’E.P.T. ed i patrocini del Comune di Salerno, della Fondazione Carisal e di Salerno Energia, sarà inaugurata mercoledì 8 aprile alle 19.00 negli spazi della galleria LEGGERMENTE FUORI FUOCO in via da Procida 34 e resterà aperta al pubblico fino al 30 maggio.