In un clima
generale di intolleranza frenetica verso il diverso e di guerra aperta al
nemico, il Santo Padre Francesco ha indetto coraggiosamente il Giubileo
straordinario della Misericordia.
Con l’apertura
di tante Porte Sante nelle grandi Chiese del mondo, il territorio ed il suo
popolo di Dio, è diventato protagonista della partecipazione di una nuova
occasione per redimersi dai propri peccati e poter accedere alle indulgenze
giubilari attraversando una delle Porte.
L’etica
cristiana ci richiama con l’iniziativa di Papa Francesco alla compassione ed alla
pietà verso i più deboli e svantaggiati che precipitano nelle difficoltà più
pericolose della vita.
Il tema della
Misericordia capita a proposito della riflessione che facciamo in questo numero
sulla questione dei migranti (non sta più bene parlare di immigrati).
Da mesi l’Europa
è attraversata da lunghe colonne di persone che fuggono dalla guerra e da
esasperanti violenze, alla ricerca di un riparo sicuro per vivere una vita più
tranquilla.
Non solo a Lampedusa,
primo avamposto di salvezza per tanti, ma anche in Grecia e in Turchia si sono
formati avamposti dove arrivano famiglie intere e grandi
flussi di persone. Molti sono diretti verso il nord Europa dove in passato sono
stati anticipati da conoscenti o altri familiari che ora sperano di
raggiungere.
E’ veramente
molto penoso assistere alle difficoltà cui sono sottoposte queste persone, in altri paesi, dopo che sono
state salvate dalla nostra Marina, per mettere piede sul suolo europeo.
La
concomitanza con la giornata della memoria ci ha, nel frattempo richiamati ai
disagi anche peggiori forse, vissuti da altri popoli nell’epoca nazista. Ma queste
giornate ci hanno fatto verificare anche come ci sia ancora un ritardo
culturale nell’accettare fuggiaschi e con loro, nuove situazione determinate
dalla storia a cui bisogna porre rimedio. Né si può dimenticare che i Padri
fondatori dell’Europa la fecero nascere e si è sviluppata, dopo la seconda guerra
mondiale, con i loro forti valori di libertà e giustizia, proprio per evitare
che i disastri umani di un tempo buio, potessero ripetersi e la gente potesse
trovare un luogo sicuro.
Rivedere mura
in costruzione e reticolati per ridurre gli spazi di accesso; ridurre i
migranti a covi di terroristi, senza accoglienza, penso che ci riporti molto
indietro al passato.
I grandi
problemi del nostro tempo in fondo sono risultati di storie sconosciute di
piccole persone che sono costrette a fuggire dalle loro case e dai loro paesi
per sfuggire a guerre e ad eccidi. Sono storie di donne incinte e di bambini e
bambine che devono lasciare le loro scuole e i loro asili per mettersi in
viaggio insieme a nonni o ad anziani stanchi e cadenti e arrivare possibilmente
vivi su approdi difficili se non su spiagge pericolose.
Questo mondo in
cammino non può essere costituito solo da terroristi, perché non lo è, e le
regole per censirlo non devono ridursi ad un disinteresse per la loro condizione
ed il loro futuro.
Penso che ciò che
sta avvenendo in queste settimane non faccia bene a quell’Europa che abbiamo
concorso a costruire e a noi stessi che pensavamo ad una società partecipativa,
democratica e aperta per costruire nuove libertà e nuovi progressi per tutti.
Auguriamoci
che un clima di misericordia aiuti tutte le persone di buona volontà a lavorare
per darci momenti migliori e più carichi di speranze!
GERARDO
GIORDANO
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