lunedì 18 luglio 2011

L'IDENTITA' DA RITROVARE !

Il ritorno dell’estate ci riporta alla nostrana atmosfera di sempre, fatta di sole, mare e dal verde dei nostri straordinari paesaggi.
E’ il tempo più bello che si accompagna alla tradizione del buon vivere, sereni e senza scosse, tipico della migliore tradizione del nostro mondo locale.
In questo clima apparentemente tranquillo, qualche volta è possibile anche indulgere in qualche riflessione nostalgica sul passato, sul prossimo futuro, sulle nostre aspettative di riscatto.
Così spesso l’animazione estiva, con il suo ritmo rallentato, o qualche volta movimentato, ci distrae dalle difficoltà quotidiane e dai difficili problemi della vita ordinaria e ci porta nella ricerca di noi stessi.
Eppure, anche quando ci sforziamo di riscoprire il profilo profondo delle nostre “note” caratteristiche, che ci fanno sentire spesso orgogliosi di fare parte di un territorio unico al mondo, riemerge sempre con forza il tema del chi siamo veramente oggi. Che tipo di comunità siamo diventati.
In sostanza riemerge il bisogno di riscoprire la nostra identità.
Se ne abbiamo ancora una! Una, almeno capace di reggere ad un minimo confronto con le tempestose omologazioni del mercato globale.
Veramente le nuove, continue emozioni della globalizzazione della economia, sono proprio quelle di farci diventare sempre più simili ad altri, negli usi e nei costumi (forse sarebbe meglio dire nei consumi…). E questo potrebbe essere anche una buona cosa per farci essere più uguali gli uni agli altri. Se non che, l’uguaglianza non sembra essere diventato un obiettivo interessante per il mondo del mercato globale!
Forse l’uguaglianza si è perduta cercando la solidarietà.
Per questo l’insistenza verso la ricerca della propria identità, nel grande mare delle difficoltà della omologazione, anche culturale dei nostri tempi, ha preso, negli ultimi anni, maggiore vigore.
Così il bisogno stringente di costruire la propria identità, dare linfa alle proprie radici, insistere sulle proprie differenze, ha dato vita ad un impegno sempre più appassionato per individuare dalle proprie diversità ed originalità, un ulteriore motivo di orgoglio capace di suscitare un nuovo modo di confrontarsi con gli altri e forse poterli accettare con le loro diversità e differenze.
Così almeno vogliamo sperare quando, a volte, vediamo taluni accentuare i toni della propria identità come l’elemento per nuove impensabili “guerre di religione” o per nuovi conflitti.
Sono convinto tuttavia che l’esaltazione dei propri elementi distintivi e le caratteristiche originali di una comunità o di un popolo, siano un indispensabile elemento dello sviluppo collettivo che può dare senso ad un progetto di vita e di crescita anche civile e sociale. Un valore, in realtà, che contribuisca a dare il senso ad una appartenenza - come ci ricorda un moderno drammaturgo e scrittore, nato nel Cilento, come Ruggero Cappuccio - che non è necessariamente un aspetto negativo. Anzi concorre a suscitare quella memoria collettiva di famiglia, di contrada, di un comune che aiuti a riscoprire le energie ed i tesori nascosti nelle comunità e nei territori di quelle che, specie al sud, ma non solo, oggi vengono ricordate come le piccole patrie: terre di emigrazioni e di abbandoni, spesso dimenticate dai grandi comunicatori e dai grandi media.
Per questo lo sforzo nella ricerca della propria identità deve essere incoraggiato e alimentato per conoscere meglio le nostre radici e le nostre provenienze.
Il tema così delicato dell’identità, tocca anche l’esperienza di un’associazione come La Tenda che nel suo impegno pluridecennale, ormai ha il suo vissuto e la sua storia di soggetto collettivo con il suo carattere identitario, i suoi aspetti religiosi, educativi e di ricerca culturale che dovrebbero essere meglio conosciuti, proprio per la singolarità, al sud, di una solida esperienza realizzata: area di confine nel grande oceano delle diversità, delle disuguaglianze e delle marginalità.

GERARDO GIORDANO per CAOS-informa n. 42,



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