Sono ritornato dopo tanti anni di assenza al Giffoni Film
Festival.
Ci sono ricomparso come accompagnatore della mia prima
nipotina Sophia: italoamericana in carriera di giurato accreditato al 46°
Festival, già alla sua giovanissima età.
E’ sempre una grande gioia ritrovarsi a vivere una giornata dal profumo internazionale di gioventù nel
piccolo centro dei Picentini, dove è nata e cresciuta una experience di prim’ordine
per la crescita e l’educazione cinematografica (e non solo) dei ragazzi europei.
Secondo il Direttore Claudio Gubitosi,
25 milioni di persone hanno seguito on line ed impattato con 4 milioni di
contatti il Festival di Giffoni sul web, dove quest’anno è maturata la vittoria
di Braccialetti
Rossi.
Come nonno di Sophia,
mi sono ritrovato direttamente coinvolto nell’entusiasmo vociante ed
accogliente dei quattromila giovani e giovanissimi che compongono la platea
della giuria del Festival una esperienza unica. E così ho vissuto da vicino l’interesse ed
anche il valore di questa partecipazione ad un evento sicuramente unico, mitico,
cresciuto sull’impegno di persone rare e straordinariamente appassionate.
L’impegno di tante ragazze e ragazzi rappresenta non solo per
Giffoni ma anche per l’Italia e l’Europa, un bel segno di speranza della nostra gioventù.
Ma questa estate 2016 che stiamo conoscendo, è segnata piuttosto dalla paura e
dalla ossessione delle divisioni e della ostentazione delle violenze.
La mancanza di serenità e di pace lascia interdetti e la
scomparsa di punti di riferimento che hanno caratterizzato la vita e la storia
del Novecento appaiono quasi un tentativo di voler cancellare un passato ricco
di conquiste, realizzate dai Padri fondatori per allargare partecipazione,
democrazia, progresso e pace in Europa.
L’Europa senza frontiere, approdo di tanti migranti che
scappano dai loro paesi distrutti dalle barbarie e dalle guerre, la libertà di
scambio e di circolazione delle persone e delle merci sono state le scelte
fondamentali insieme alla moneta unica, come l’euro, che hanno fatto crescere
nei nostri paesi, le nuove generazioni lontane sempre più dalle guerre e dalle
divisioni della storia.
Si è rafforzata in tante comunità, l’idea della costruzione
degli stati uniti dell’Europa per realizzare uno spazio in cui tutti potessero
trovare riparo e costruire nuovi progressi per l’umanità.
L’uscita della Gran Bretagna, la perfida Albione, dall’Unione
Europea a seguito di un referendum, dopo che i rappresentanti inglesi hanno
condizionato, a partire dalla lingua, tutti i
momenti di questa crescita, avendo concorso fortemente alla liberazione
dell’Europa dal nazismo, lascia un amaro nelle bocche di tutti i sinceri
democratici. Ma non farà abbandonare la strada della costruzione europea della
quale il mondo ha un grande bisogno.
E ora, dove approderà la brexit?
Potrebbe rimanere solo un sogno di mezza estate? Purtroppo
sappiamo che non sarà così e dovremo saper costruire un modello diverso e
capace di affrontare e vincere le nuove sfide di terrore.
GERARDO GIORDANO
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