mercoledì 6 marzo 2013

"IL VALORE DELLA COMUNITA’ ". E' uscito il numero 61 di CAOS-informa.


La comunità rimane il centro del nostro interesse e della nostra considerazione ed attenzione di educatori.
Tutta la nostra esperienza si è sviluppata attorno alla costruzione del modello comunitario, anche come opportunità per crescere meglio, stimolare i rapporti tra le persone, migliorare lo stile di vita e inoltre, per realizzare indirizzi ed azioni formative sempre più adeguate ai bisogni di crescita personale equilibrata.
La sperimentazione della comunità, come “strumento” per la emancipazione ed il riscatto - anche di soggetti più deboli e svantaggiati - o come il luogo in cui crescere e migliorarsi per superare i propri disagi, è stata poi una costante del metodo educativo della Tenda in tutti questi anni.
Abbiamo pensato di dedicare questo nuovo numero di Caos-informa a questo importante tema della comunità.
Vogliamo così riflettere sul suo significato oggi, ed aggiornare la nostra conoscenza sull’argomento, sicuri che tale scelta aiuti tutti noi a dare un senso ancora più compiuto al significato ed al valore dell’impostazione comunitaria. E ciò, anche alla luce dei tanti cambiamenti che sono intervenuti nel tempo.
I materiali offerti in questo numero, vogliono proprio essere una piccola raccolta di quel campionario che va sotto il nome di “esperienze comunitarie”, in cui è possibile recuperare quel sentire comune di valori che ritroviamo in un “dato” modo di stare insieme: nella famiglia, nella scuola, nel sociale, nelle comunità terapeutiche, nella politica.
A pensar bene, anche quando è stato definita Comunità Europea il nuovo insieme di accordi sovranazionali tra gli stati, forse ai Padri fondatori dell’Europa, non era estraneo il concetto della comunità come luogo di incontro, di contatto e di relazione per nuove e più avanzate forme di azioni istituzionali, umane, economiche e sociali.
In più, comunità è una scelta molto vicina a collegialità: quel modo di affrontare le cose insieme, cioè, che tiene conto dell’ascolto e del contributo degli altri nel momento sempre difficile e “pericoloso” delle decisioni. Un modo partecipativo che riduce le forme di individualità, o meglio di individualismo, che tanto hanno caratterizzato la cultura dominante di questi ultimi vent’anni. Un modo per superare anche le chiusure che derivano dalle certezze del proprio io, che sconfinano spesso nell’arroganza e nel disprezzo per gli altri.
Il problema del nostro tempo, infatti, è proprio quello di dare maggiore senso alle proprie cose e sentirsi parte di un destino comune che possa in qualche modo riferirsi alla comunità di cui si è parte o da cui si proviene.  
Nel nostro paese specialmente, questo tema è all’ordine del giorno nei comportamenti e nel modo di essere, specie nei rapporti sociali  tra le persone. La crisi di identità, di cui avvertiamo spesso le conseguenze, è una questione molto avvertita da quanti a seguito delle tante trasformazioni, non riescono ad identificarsi con una comunità di riferimento, o almeno, di una di cui abbiano potuto farne parte, per affinare la propria crescita, ricordare le proprie radici e a cui riferire le proprie ragioni di vita. Un aggancio per riuscire a far collimare le scelte personali con finalità di carattere più generale.
Rimettiamo perciò al centro del dibattito un tema forte come “la comunità”, convinti che ci aiuti a recuperare il valore fondamentale della crescita e della  partecipazione della persona nel mondo.

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