giovedì 3 febbraio 2011

PARLIAMO DI FORMAZIONE.


A proposito del nuovo numero 38 di CAOS-informa. Il punto di vista del direttore Gerardo Giordano.

Man mano che cominciano a prendere forma gli impegni di CAOS-informa attorno aI nuovo percorso di iniziative che si sviluppa con il nuovo ciclo di “Seminari a Fieravecchia” sulla comunicazione, abbiamo incontrato subito un tema che si relaziona immediatamente con il nostro cammino.

Parlo della Formazione, quella con la effe maiuscola.

Anche se non ce ne rendiamo subito conto, il tema della formazione è strettamente correlato con la comunicazione, l’informazione ed il territorio: i tre pilastri su cui abbiamo incentrato l’impegno della nostra riflessione in questo periodo. La formazione è infatti l’anticamera al nostro problema fondamentale che è il lavoro, anzi, la mancanza di lavoro che genera quel disagio e quelle difficoltà che incontrano e conoscono i nostri giovani. Perciò approfondire in questo numero il problema della formazione è una scelta che la redazione ha voluto fare per mettere a fuoco un problema centrale di cui si parla poco o, spesso, a sproposito, senza mai cominciare quella svolta di cui il mercato del lavoro ha bisogno nella nostra regione e nel nostro territorio. Naturalmente è anche una occasione per parlare dell’esperienza della Tenda sull’argomento e di quanto abbiamo fatto e potuto sperimentare finora. Il Centro La Tenda ha svolto nel tempo un grande impegno nel settore della formazione individuandolo quale elemento principale del recupero e del superamento dei disagi, per l’inserimento nel mondo del lavoro come occasione di riscatto di vita e di realizzazione della normalità delle persone.

Ma non tutto è stato facile e non tutto e semplice e scontato.

Quali mutamenti si stanno verificando attorno a noi per progettare un piano di formazione adeguato all’occupabilità dei giovani che intendono formarsi? Che cosa succede nel nostro sistema locale in termini di sviluppo economico e delle imprese? Come adattiamo la formazione a questi cambiamenti? Già queste prime domande ci danno l’idea di una formazione come luogo per imparare a costruire il futuro, cercando di “imparare a fare” e magari anche imparare a “criticare ciò che si fa”.

Ma quali priorità diamo alle attività formative? Come recuperiamo la propensione alla formazione nei soggetti disponibili, a volte adulti, con i loro problemi di vita e le loro difficoltà all’apprendimento, o altre volte magari anche di soggetti immigrati? Sono questi tanti punti di vista su cui basare una progettazione che tenga conto di numerose variabili esistenti in una riflessione a tutto campo sulla formazione. Le rigidità che ancora permangono, mettono a dura prova la possibilità di costruire profili professionali rapidamente adattabili ai mutamenti che intercorrono nelle varie realtà lavorative. Ciò si riflette sulla capacità dei progettisti delle azioni formative di poter proporre e costruire prodotti professionali spendibili su un mercato del lavoro non basato solo sulla possibilità modeste offerte dalla nostra realtà locale. Ma è anche vero che spesso si parla di formazione quasi esclusivamente dal punto di vista degli enti formativi e dei loro problemi come impresa, piuttosto che dal punto di vista dell’offerta della mano d’opera da adattare e formare più adeguatamente alle necessità del mondo delle imprese e alle loro continue trasformazioni. Scrivendo sulla crisi qualche tempo fa ebbi modo di segnalare tre bisogni urgenti per un mondo giovane che, nel proprio tempo, voleva affrontare la crisi e costruire con dignità il proprio futuro: il bisogno di “formarsi” (in tutti i sensi) e poter studiare; crescere sul piano professionale con una formazione adeguata; crescere come persona moderna in una società più civile e tollerante, ma anche più qualificata. Tre bisogni e prospettive che rimangono ancora obiettivi forti da perseguire e da raggiungere e su cui vanno attrezzati, con più decisione, tutti gli strumenti che possono essere utili per aiutare la nostra volenterosa gioventù a perseguire questi importanti obiettivi di vita, per crescere e realizzarsi come persone e cittadini. Sono sicuro che la riflessione aperta con questo numero sulla formazione, potrà essere utile a dare un ulteriore spiraglio di conoscenza su un percorso che può aiutare a creare nuove azioni per la qualificazione non solo di soggetti a rischio di marginalizzazione, ma anche per migliorare gli interventi che, a partire dalla Tenda ma non solo da essa, è possibile realizzare a tutto campo nella nostra realtà.

GERARDO GIORDANO

per Caos-informa periodico del Centro La Tenda Onlus di Salerno, numero 38

link:

http://www.calameo.com/read/0000134244b73551fb0d9

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