La comunità rimane il
centro del nostro interesse e della nostra considerazione ed attenzione di
educatori.
Tutta la nostra
esperienza si è sviluppata attorno alla costruzione del modello comunitario,
anche come opportunità per crescere meglio, stimolare i rapporti tra le
persone, migliorare lo stile di vita e inoltre, per realizzare indirizzi ed
azioni formative sempre più adeguate ai bisogni di crescita personale
equilibrata.
La sperimentazione della
comunità, come “strumento” per la emancipazione ed il riscatto - anche di
soggetti più deboli e svantaggiati - o come il luogo in cui crescere e
migliorarsi per superare i propri disagi, è stata poi una costante del metodo
educativo della Tenda in tutti questi anni.
Abbiamo pensato di
dedicare questo nuovo numero di Caos-informa a questo importante tema della
comunità.
Vogliamo così riflettere
sul suo significato oggi, ed aggiornare la nostra conoscenza sull’argomento,
sicuri che tale scelta aiuti tutti noi a dare un senso ancora più compiuto al
significato ed al valore dell’impostazione comunitaria. E ciò, anche alla luce
dei tanti cambiamenti che sono intervenuti nel tempo.
I materiali offerti in
questo numero, vogliono proprio essere una piccola raccolta di quel campionario
che va sotto il nome di “esperienze comunitarie”, in cui è possibile recuperare
quel sentire comune di valori che ritroviamo in un “dato” modo di stare insieme:
nella famiglia, nella scuola, nel sociale, nelle comunità terapeutiche, nella
politica.
A pensar bene, anche
quando è stato definita Comunità Europea il nuovo insieme di accordi
sovranazionali tra gli stati, forse ai Padri fondatori dell’Europa, non era
estraneo il concetto della comunità come luogo di incontro, di contatto e di
relazione per nuove e più avanzate forme di azioni istituzionali, umane,
economiche e sociali.
In più, comunità è una
scelta molto vicina a collegialità: quel modo di affrontare le cose insieme,
cioè, che tiene conto dell’ascolto e del contributo degli altri nel momento sempre
difficile e “pericoloso” delle decisioni. Un modo partecipativo che riduce le
forme di individualità, o meglio di individualismo, che tanto hanno
caratterizzato la cultura dominante di questi ultimi vent’anni. Un modo per
superare anche le chiusure che derivano dalle certezze del proprio io, che
sconfinano spesso nell’arroganza e nel disprezzo per gli altri.
Il problema del nostro
tempo, infatti, è proprio quello di dare maggiore senso alle proprie cose e
sentirsi parte di un destino comune che possa in qualche modo riferirsi alla
comunità di cui si è parte o da cui si proviene.
Nel nostro paese
specialmente, questo tema è all’ordine del giorno nei comportamenti e nel modo
di essere, specie nei rapporti sociali
tra le persone. La crisi di identità, di cui avvertiamo spesso le
conseguenze, è una questione molto avvertita da quanti a seguito delle tante
trasformazioni, non riescono ad identificarsi con una comunità di riferimento,
o almeno, di una di cui abbiano potuto farne parte, per affinare la propria crescita,
ricordare le proprie radici e a cui riferire le proprie ragioni di vita. Un
aggancio per riuscire a far collimare le scelte personali con finalità di
carattere più generale.
Rimettiamo perciò al
centro del dibattito un tema forte come “la comunità”, convinti che ci aiuti a
recuperare il valore fondamentale della crescita e della partecipazione della persona nel mondo.
GERARDO GIORDANO
Leggi CAOS-informa n. 61. Il link:
http://www.centrolatenda.it/web/index.cfm?id=BA4491DA-1F66-4BBF-9F917937211C002E&caosinforma-61&menu=menu
Leggi CAOS-informa n. 61. Il link:
http://www.centrolatenda.it/web/index.cfm?id=BA4491DA-1F66-4BBF-9F917937211C002E&caosinforma-61&menu=menu
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