Gli straordinari avvenimenti che in questi giorni stanno segnando drammaticamente la vita politica italiana, lasciano l’amaro in bocca a tutti quelli come me, che nel tempo hanno cercato di dare un segno distintivo alla crescita della democrazia e lo sviluppo della libertà, attraverso il percorso di vita personale, anche in una regione difficile come la Campania.
Quando ci hanno insegnato che la democrazia si esercita nelle forme previste e preteso che ciascuno di noi si educasse all’esercizio delle forme per dare sostanza alla democrazia (come nel mio caso di sindacalista, nei luoghi di lavoro), non era solo per praticare l’esercizio di un dettato costituzionale e accettato in tutto il mondo libero. Era per imparare a diffondere e perseguire concretamente l’esercizio formale e concreto della democrazia, praticandolo anche nei momenti in cui andava di moda la democrazia assembleare, diretta e senza troppi formalismi: ciò concorse a far crescere nel nostro Paese un grande movimento sindacale dei lavoratori ed un ampissimo sistema della partecipazione civile.
Chi ha agitato in questi giorni, con fumose verbosità, che il formalismo uccide la democrazia non ha alcuna idea di come si costruisce la democrazia ed un sistema partecipativo.
Vuole solo difendere il proprio potere irregolare!
L’esercizio concreto della democrazia presuppone alcuni vincoli formali che non hanno niente a che fare con il burocratismo di cui è intrisa una parte della società italiana.
Non ci sono soluzioni politiche per risolvere il mancato esercizio dei vincoli formali.
La forma è la sostanza della democrazia. Le due cose vanno insieme di pari passo.
Chi sostiene il contrario sta barando.
GERARDO GIORDANO
Quando ci hanno insegnato che la democrazia si esercita nelle forme previste e preteso che ciascuno di noi si educasse all’esercizio delle forme per dare sostanza alla democrazia (come nel mio caso di sindacalista, nei luoghi di lavoro), non era solo per praticare l’esercizio di un dettato costituzionale e accettato in tutto il mondo libero. Era per imparare a diffondere e perseguire concretamente l’esercizio formale e concreto della democrazia, praticandolo anche nei momenti in cui andava di moda la democrazia assembleare, diretta e senza troppi formalismi: ciò concorse a far crescere nel nostro Paese un grande movimento sindacale dei lavoratori ed un ampissimo sistema della partecipazione civile.
Chi ha agitato in questi giorni, con fumose verbosità, che il formalismo uccide la democrazia non ha alcuna idea di come si costruisce la democrazia ed un sistema partecipativo.
Vuole solo difendere il proprio potere irregolare!
L’esercizio concreto della democrazia presuppone alcuni vincoli formali che non hanno niente a che fare con il burocratismo di cui è intrisa una parte della società italiana.
Non ci sono soluzioni politiche per risolvere il mancato esercizio dei vincoli formali.
La forma è la sostanza della democrazia. Le due cose vanno insieme di pari passo.
Chi sostiene il contrario sta barando.
GERARDO GIORDANO
3 commenti:
FINALMENTE UN POST INTELLIGENTE! BRAVO
Grazie per questa riflessione. E' davvero vergognoso quello che accade e ancora una volta, per noi all'estero, è dura dover sopportare di essere sulla bocca di tutti per una cosa del genere. Il "peggiore" politico della destra estremista belga in una intervista poco tempo fa ha dichiarato "se dovessi lasciare il mio paese me ne andrei solo in Italia è l'unico paese ricco di leggi che peró non sono rispettate".
L'amara consolazione è... "beati" noi che stiamo lontani dall'Italia!
CONDIVIDO IN PIENOOOO! grande Gerardo! un bacio. MaraAndria
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