Riflettere sul significato dell’autorità
oggi è quanto mai opportuno e necessario.
Tutto ciò che sta accadendo attorno a noi ritrova
la dimensione dell’autorità come punto centrale da cui derivano gran parte delle
difficoltà che viviamo quotidianamente ed i conflitti che ci attraversano.
Potremmo dire quasi, che è proprio il tema
dell’autorità che è all’origine della crisi che ci sta affliggendo, purtroppo
non solo noi italiani, anche se spesso è più un malcelato senso dell’autorità
che ha finito per rendere le cose più difficili.
Le difficoltà nella gestione di processi
economici e sociali così complessi come quelli a cui assistiamo e più spesso,
la crisi della politica che, per autoreferenziarsi, ha sempre più ridotto gli
spazi della partecipazione alla vita pubblica, hanno contribuito ancora
maggiormente a dare all’idea dell’autorità una dimensione sempre più
autoritaria e fuori dal buon senso. Sembrano scomparse parole come confronto,
dialogo sociale, concertazione e via dicendo.
Così quello che dovrebbe essere
interpretato o vissuto da noi cittadini comuni, come un valore - che si
sostanzia in una disponibilità a
rendersi utile alla comunità o meglio a rendere un servizio ai cittadini - è
sempre più vissuto come un peso, se non un orpello inutile di cui si può fare a
meno che sta introducendo nella società moderna rotture laceranti.
Eppure nonostante tutti i limiti che si
manifestano quotidianamente, nell’esercizio
di una qualunque attività, è molto avvertito il bisogno di un riferimento ad
“una autorità”, cioè ad un “organo superiore” ( terzo, magari indipendente o al
di sopra delle parti), cui rivolgersi nei vari momenti di difficoltà della vita
sociale e pubblica.
Viene a galla così che l’autorità non può
essere esercitata in sè. Essa deriva da una legittimazione che promana la sua
efficacia e la sua forza, particolarmente dal carisma di chi esercita il ruolo
di guida o il “potere” di essere un’autorità.
Purtroppo la carenza, o più spesso, proprio
la mancanza di carisma nei leaders, a cui ci siamo dovuti adattare, ci riporta
al modo in cui vengono formate le varie
elités da cui prendono vita i gruppi dirigenti dappertutto ed a tutti i
livelli. Ne deriva che esiste un grave
problema nella formazione delle
leaderships (sarebbe meglio parlare ormai delle aristocrazie) che in tali
gruppi dirigenti devono riuscire a far vivere la forza dell’autorità, in una
dimensione che non può più essere autoritaria, ma invece profondamente
partecipativa, come dovrebbe essere, con tutte le difficoltà che questo può
comportare in tema di esercizio della democrazia che così faticosamente i
popoli hanno conquistato nel tempo.
Del resto nessuno ha mai pensato che la
democrazia sia uno strumento di semplice esercizio o applicazione.
E’ infatti, proprio l’autorevolezza quello
di cui oggi abbiamo bisogno di vedere in coloro che assumono la responsabilità
di essere quell’autorità di cui avvertiamo anche inconsciamente il bisogno
nelle giornate difficili e tumultuose del nostro tempo.
I vari ed autorevoli contributi che abbiamo
chiesto e raccolti sul tema che abbiamo scelto nella nostra riflessione di
questo mese, ci aiutano ad approfondire meglio la questione e spero che ci
aiutino anche ad operare meglio per raggiungere più in fretta, tutta la
normalità di cui abbiamo bisogno e quel bene comune che desidereremmo.
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