Anche questo, si porta dietro i tanti problemi aperti della scuola italiana. Mentre il Governo cerca di porre rimedio ai guasti del passato con le nuove strategie ministeriali, la nostra gioventù deve fare i conti con le inadeguatezze del sistema scolastico alla transizione verso il mondo nuovo.
Ma non c’è molto tempo per aspettare l’introduzione delle novità (anche tecnologiche) nel sistema formativo nazionale, per stare al passo con il meglio dei sistemi di formazione degli altri paesi e, non solo europei.
Mentre si realizza progressivamente tutto il rinnovamento necessario, occorre evitare che la scuola italiana si trasformi in una sacca permanente di disagio giovanile e sociale tra inadeguatezze didattiche ed insufficienze formative, parcheggio contro la disoccupazione, magari insieme alle frustrazioni di un personale docente precario e pieno di insicurezze per il proprio futuro.
In questo scenario c’è un ruolo molto forte e significativo per le associazioni come la Tenda, che intendono svolgere una importante funzione sociale di lotta alla emarginazione ed al disagio sociale ed offrire un riparo al disagio della gioventù.
La sollecitazione lanciata recentemente dal Presidente della Tenda don Nicola Bari, di un nuovo programma di formazione nell’anno sociale che si è aperto in queste settimane, vuole riscoprire proprio le motivazioni più adeguate per concorrere alla battaglia contro le frustrazioni di una gioventù che è alla ricerca di nuove motivazioni e di una nuova identità.
E’ una nuova “campagna” di lavoro - ma anche di aggiornamento delle metodologie - che si realizzerà in questo prossimo autunno, per arricchire il bagaglio professionale di tutti quegli operatori che intendono cimentarsi nel realizzare percorsi di attenzione verso le persone più deboli e bisognose di cura o di semplice azione rispetto alle difficoltà ed ai disagi che incontrano nei loro percorsi di vita.
L’intenzione è quella di realizzare in questa seconda esperienza, una nuova leva di vere e proprie ”sentinelle del disagio”: volontari od operatori che abbiano (o intendono migliorare) professionalità e competenze per capire le nuove difficoltà, le provenienze del disagio delle persone ed intercettare meglio o più adeguatamente le strade più appropriate per aiutare a superare le difficoltà e rispondere ai diversi bisogni.
E’ un impegno più veloce ed immediato, già sperimentato, per realizzare un progetto di formazione integrato, più capace di rispondere ai vari cambiamenti in atto, con la necessaria volontà di apprendere, conoscere, mettersi in discussione, migliorare il proprio bagaglio di competenze, per attivare con strumenti tecnici e cognitivi, nuovi forme di servizio ma anche capacità professionali in grado di rispondere ai problematici aspetti dei nuovi disagi, con soluzioni e pratiche innovative, per quanto possibile, più efficaci.
Si tratta di realizzare un nuovo sforzo che intende proporsi non solo una rivisitazione delle motivazioni dell’impegno associativo, ma la realizzazione ed il consolidamento delle sentinelle del disagio capaci di analizzare, capire, intervenire ed anche di collegare con il proprio rinnovato impegno professionale, i risultati di questa esperienza ai nuovi servizi che occorrono per continuare la sfida della propria missione.
GERARDO GIORDANO
Leggi il numero completo della rivista CAOS-informa n. 56. Ecco il link: http://www.caosinforma.it/numero.php?id=69
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