La Crisi economica non accenna a rallentare!
Il peso negativo della sua continuità, ha avuto fino ad ora, effetti perversi in tutto il mondo ed in tutti gli ambienti.
Specie nei paesi con le economie meno forti dell’Unione Europea, come la nostra, sono ormai tante le persone costrette ad avvertire tutto il peso di questa congiuntura che non accenna a raffreddarsi.
Le ripercussioni sui comportamenti delle singole persone, o delle comunità più vicine in cui esse vivono la loro esperienza umana, ha determinato cambiamenti notevoli nel modo di vivere e nei loro stili di vita.
Sono aumentati i livelli di povertà e disagi di ogni tipo hanno avuto la meglio sulle aspettative di migliorare la propria condizione e qualità della vita.
Questa evoluzione negativa si è avvertita ancora di più, nella già precaria situazione dell’intero Mezzogiorno, specie nelle città meridionali, preesistente alla crisi.
Avvertiamo il permanere di questi effetti negativi, purtroppo, in tutti i momenti della nostra giornata ed in ogni circostanza del nostro rapporto con gli altri.
Anche i nostri piccoli comportamenti quotidiani hanno risentito pesantemente in questi anni, le conseguenze della crisi economica.
Una “nuova questione sociale” che attraversa tutta la realtà sociale nei vari territori, senza alcuna eccezione, è venuta emergendo producendo una miscela di problemi e disagi che richiedono un impegno attento e complesso per affrontarli anche per coloro che vogliono aiutare a superarli.
Dalla perdita del posto di lavoro alle nuove povertà, aumento del malessere psicologico, disagio mentale, isolamento e marginalità accentuata di gruppi e persone di migranti o senza lavoro, nuove dipendenze: siamo di fronte a questioni non ordinarie, né facili, che si affacciano di fronte agli operatori sociali disponibili ad aiutare le persone più fragili.
E’ evidente che di fronte a tante complesse questioni, l’azione volontaria non è sufficiente da sola. Occorrono soluzioni più generali e impegnative che producano svolte decisive soprattutto coinvolgenti e partecipative.
Emerge un ulteriore ruolo della politica che deve intervenire per dare non solo gli indirizzi generali per la ripresa: cosa che pure sta avvenendo lentamente con l’azione del Governo.
Ma è necessario però che la politica intervenga per dare nuove risposte alle difficoltà della società, in particolare risposte alle crisi per le nuove generazioni ed in grado di riavviare l’azione economica, produrre sviluppo, adeguando risorse e forme di sostegno, per avviare nuove iniziative capaci di determinare anche nuova occupazione e nuovi lavori.
La diagnosi del disagio presente nella realtà del Paese, richiama all’impegno forte verso quelle nuove prospettive e nuove speranze che aiutino a superare questo momento difficile ed avviino verso una nuova stagione di ripresa il nostro Paese.
GERARDO GIORDANO
Leggi il numero 83 di CAOS-informa la rivista on line del Centro LA TENDA:
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