In prossimità del' 8 marzo Giornata internazionale della Donna, la Consulta delle Aggregazioni laicali dell'Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno coordinata da don Salvatore Spingi Vicario per il laicato. segretario Giuseppe Pantuliano,
insieme ad altre realtà del volontariato solidaristico e umanitario, ha promosso giovedì 6 marzo a Salerno, presso il Salone del Gonfalone di Palazzo di Città, un interessante incontro con ANGELA GOMES Vincitrice del Premio Magsaysay Award e candidata al Premio Nobel per la Pace, Fondatrice e Direttore di Banchte Shekha del Bangladesh, una organizzazione che aiuta milioni di donne a sopravvivere
Luigi Bernabo' mentre rivolge il saluto del Comune di Salerno |
un momento della sala del Gonfalone |
All'iniziativa hanno aderito: il Comune di Salerno - ha portato il saluto il dott. Luigi Bernabò, il Centro "Rete solidale" con il contributo la dott. Carmen Guarino, il Centro Aiuto ai Minori "telefono Azzurro" è intervenuta Luna Carpinelli, l'Istituto dei Missionari Saveriani, il Liceo Alfano I° con la direttrice scolastica prof. Elisabetta Barone. Nel suo intervento in lingua e tradotto, la Sig.ra Gomes ha richiamato ed illustrato l'attuale situazione del Bangla Desh da cui proviene:
"Adesso la donna può
parlare anche direttamente con i politici ad alto livello, mentre prima questo
non era consentito. E' l’impegno politico che portiamo avanti. Le donne
oggi sono tenute in considerazione maggiormente a livello locale e sono chiamate per aggiornamenti sulla situazione delle donne nei villaggi e sono parte
attiva anche a livello nazionale.
Le donne dipendono sempre
dal marito, perché è lui che gestisce i soldi, però noi diamo loro un
prestito, lo diamo sul capitale di lavoro e così le donne piano piano riescono
ad avere questo capitale che possono gestire per far studiare i figli
soprattutto, e per portare avanti una piccola attività commerciale".
Ha poi concluso l'incontro Mons. Luigi
Moretti, Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, il quale ha sottolineato che "l’impegno di tutti deve essere quello di
costruire relazioni sane che implicano la conoscenza di chi vive la relazione
nel rispetto della dignità reciproca, perché il problema vero è che oggi si vivono relazioni
malate; la violenza nasce da una relazione malata, dalla convinzione che uno è
il padrone di un altro. Tutti siamo
chiamati a costruire la capacità di riconoscere una dignità che ci è data e
che non siamo noi a dare. La persona ha
in sé una dignità inalienabile, che va semplicemente riconosciuta, da qui nasce l’attenzione alla famiglia, che non dovrebbe essere altro che il laboratorio dove nell’amore si impara
a vivere relazioni. L’esperienza che abbiamo ascoltato ci dice che anche
in contesti che sembrano così difficili anche un seme può diventare una pianta,
che quest’occasione possa fare moltiplicare le energie che ciascuno ha come
dono e che possano essere energie condivise".
Nessun commento:
Posta un commento