Giuseppe Rago |
"600 pagine straordinarie da leggere tutte d'un fiato", ha concluso così il giornalista Antonio Manzo la presentazione del libro di Giuseppe Rago, storico dell'arte e ricercatore in Storia e Critica dell'Architettura: "La residenza nel centro storico di Napoli dal XV al XVI secolo" per i tipi della Carocci editore. La ricerca complessa ed affascinante, presentata a Napoli nelle scorse settimane per la prima volta, è stata introdotta a Battipaglia dalla prof. Pia Positano, Presidente dell'Associazione Historia Nostra onlus.
Il lavoro del prof. Rago ripercorre il divenire urbano della Napoli angioina fino a quella aragonese e fornisce una utile chiave interpretativa sullo stato dell'arte dell'architettura napoletana dal quattrocento: una vera manna per i più esigenti curiosi della storia di Napoli.
Una folta partecipazione di pubblico e numerosi cultori della materia raccolti nel salotto culturale del Palazzo di città a Battipaglia, lo scorso sabato 15 novembre, hanno fatto da cornice ad una presentazione appassionata delle vicende evolutive di Napoli. Partendo dalla Tavola Strozzi, immagine sintomatica del teatro naturale della città, Giuseppe Rago di origini battipagliesi, ha incantato la platea con le sue pittoresche descrizioni preliminari: dalla città greco-romana a quella gotica-angioina fino al Decumano Maggiore, autentico sacrario aragonese voluto da Alfonso D'Aragona, con una leggera puntatina sulla Napoli città semplificata sabauda, dopo la breccia di Porta Pia e la caduta di Roma.
Le continue sollecitazioni del giornalista Antonio Manzo hanno impegnato l'autore in alcune descrizioni particolari riguardanti il periodo aragonese: dalle vicende degli Ordini monastici residenti nel centro storico e nel ruolo evolutivo di queste residenze nella città, al censo riscosso dagli Ordini sul costruito, fino al ruolo dei Sedili di Napoli: luoghi assembleari per l'autogoverno della città dei ceti nobiliari. Un insieme particolare di conoscenze derivanti dall'enorme lavoro di ricerca scientifica che traspare dal testo del prof. Rago, che ribaltano la logica del centro storico di Napoli, la cui stratificazione urbana ridisegna un modello di circolazione dei modelli del tardo gotico attraverso l'esperienza ed i saperi dei mastri, particolarmente dei maestri cavesi portatori dell'esperienza della famosa Badia della Cava.
Così il palazzo del quattrocento, si configura come un coagulo di rapporti tra la proprietà, la città ed il seggio di riferimento, come parte dei "sistemi di residenze" polarizzato dal fenomeno di una progressiva magnetizzazione territoriale della famiglia nei suoi diversi rami.
Il lavoro di Giuseppe Rago, presentato con una opportuno sussidio fotografico dei luoghi richiamati, è costituito anche da una terza parte che esamina i tipi e le forme dell'architettura del cinquecento attraverso episodi sia sul linguaggio architettonico e della struttura urbana, che nella cultura progettuale.
A conclusione della serata i protagonisti dell'intenso e appassionato dialogo hanno ricevuto una targa ricordo dell'evento.
Pia Positano, Giuseppe Citro Giuseppe Rago, Antonio Manzo e Felice Crudele con le due targhe ricordo |
Giuseppe Rago e Gerardo Giordano a fine serata |
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