Ritorniamo con questo nuovo numero di Caos-informa sul tema delle donne.
Riproponiamo il tema, per sottoporre nuovi materiali di riflessione: sussidi per il prossimo seminario di “Via Fieravecchia”, ancora sulla condizione femminile e più orientato sui bisogni di nuovi servizi.
Il convegno di giugno scorso “Quello che le donne dicono…” è stato veramente un interessante spartiacque ed una utile occasione di riflessione sulla condizione della donna. Abbiamo cominciato a far prendere forma diversa ad un tema così delicato per la crescita delle nostre comunità partendo dalle numerose interviste a tante dirette interessate e poi dal confronto pubblico con alcune autorevoli protagoniste della nostra vita sociale.
Abbiamo deciso di proseguire nella riflessione avviata, sapendo che come in tutte le cose ad ogni passo in avanti ci sono anche dei passi indietro.
I segnali emersi, negli ultimi mesi, non sono stati molto incoraggianti per la condizione delle donne. Se è diventata operativa la legge per le quote rosa nei consigli di amministrazione delle società (che però non è un obiettivo per tutte le donne….), è aumentato il numero delle donne aggredite o addirittura uccise dai loro compagni, spesso mariti o fidanzati.
Le differenze di genere rimangono, in alcuni ambienti della nostra società, sempre più marcate.
Addirittura i diritti, in generale, si sono sempre più ridotti: le speranze di maggiore partecipazione femminile, suscitate per esempio dalla cosiddetta primavera araba, si sono affievolite proprio insieme ai diritti civili delle donne. Diritti che si stanno restringendo in gran parte del mondo arabo con ripercussioni anche in Europa.
Purtroppo è proprio la condizione femminile a risentire di più della crisi economica che sta avvolgendo il mondo e le nostre comunità.
La difficoltà di avere una serie di servizi moderni e civili, rispondenti ai nuovi bisogni delle giovani coppie, rallenta la formazione delle nuove famiglie e la crescita di nuove generazioni.
Nel mondo del lavoro per le donne, specie al sud, è sempre più difficile trovare una occupazione.
L’ultimo rapporto Svimez di fine settembre, parla addirittura di una segregazione occupazionale per le giovani donne meridionali in età lavorativa, dove riesce ad essere occupata solo una donna su quattro.
Si ripropone perciò l’antico destino di migrazione per i giovani del sud (dal 2000 al 2010 sono emigrati un milione e 350.000 ragazze e ragazzi dalle regioni meridionali).
I processi di marginalità e di esclusione delle donne dai processi di partecipazione e del lavoro, dunque continuano ed aumentano la precarietà della condizione femminile.
Ecco perché è necessario aumentare la nostra attenzione sulla condizione femminile. E’ urgente porsi il problema del cambiamento nei metodi di intervento per realizzare una azione sociale più orientata e capace di saper rispondere ai bisogni dei più svantaggiati. Occorre riuscire a superare le insistenti inadeguatezze quotidiane, migliorando la capacità di analizzare le questioni più problematiche e impadronirsi della voglia di progettare nuovi obiettivi, cercare nuove opportunità, dare voce ai nuovi bisogni per individuare le strade più efficaci di partecipazione al femminile.
GERARDO GIORDANO
Leggi tutto il numero 57.
ecco il link: http://www.caosinforma.it/numero.php?id=80
Nessun commento:
Posta un commento