Il bel Paese si era subito abituato ad avere splendide ministre, belle e compiacenti, per questo è rimasto stupito quando un Ministro, professoressa di diritto, impegnata, da qualche giorno, in uno dei settori più delicati del nuovo Gabinetto Monti, quello del Lavoro e della Previdenza Sociale, invece di sorridere, è scoppiata in lacrime, proprio quando ha dovuto pronunciare nuovamente la parola sacrifici davanti al pubblico dei giornalisti e dei mass media. E, proprio mentre era impegnata in un passaggio decisivo della sua esposizione: la perequazione delle pensioni ai cittadini già pensionati. Quei pensionati che avevano formato oggetto dei suoi studi e che per altri due anni non si sarebbero visti confermare alcun aggiornamento monetario che forse stavano aspettando per la propria pensione.
Lacrime amare! Forse un segno dei nuovi tempi che avremo tutti da vivere e da attraversare: vedere un Ministro, decisa nelle sue competenze, che esprime con le lacrime la sua fragilità di persona uguale a noi, come un essere umano normale.
No, a queste cose normali non eravamo più abituati! Ed occorrerà del tempo per abituarvisi, nonostante che a questi come a ben altri sacrifici, che sono stati chiesti nel passato, ci hanno fatto abituare e come…
Speriamo che ci andrà meglio per il futuro!
Non è la prima volta!
Mi è toccato in prima persona vivere nel 1992 e nel 1993 gli effetti di un’altra crisi pericolosa e difficile per il nostro Paese e le decisioni dei due governi Amato e Ciampi dall’osservatorio privilegiatissimo di Napoli in un ruolo molto delicato: ero segretario regionale della Cisl Campania.
La CISL era molto impegnata a far uscire il Paese dalle difficoltà e questa posizione veniva interpretata come la solita acquiescenza al governo che non aveva ragione d’essere. Infatti, come adesso, eravamo in realtà, molto più desiderosi di mettere al centro dell’azione sociale il metodo della concertazione. Ma venivamo interpretati come sognatori che sostenevano l’azione del governo e perciò diventammo nelle piazze i parafulmini di tutte le tensioni animate dalle solite fumisterie antiriformatrici. Però l’azione decisa della CISL e poi del complesso delle organizzazioni sindacali unitariamente, consentirono l’uscita dalle difficoltà in cui era stata cacciata l’Italia dal CAF, ma anche di poter condurre il Paese in Europa e svolgere la qualificata azione che portò poi agli accordi per la moneta unica e l’euro.
Tutti i Governi successivi hanno potuto godere degli effetti positivi di quelle scelte di allora che riportarono l’Italia alla grande sui tavoli europei ed internazionali.
Siccome le lacrime della Ministro Elsa Fornero non sono lacrime del solito neomelodico napoletano, sono certo che ce la faremo anche questa volta. L’Italia ce la farà anche adesso, nonostante tanti trasformisti e disfattisti !
GERARDO GIORDANO
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