Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno-Campania-Acerno, ha incontrato i giornalisti mercoledì 9 marzo, nel Salone dell’Episcopio a Palazzo Arcivescovile.
L’incontro ha voluto confermare, nel giorno della Quaresima, uno stile di lavoro improntato sulla trasparenza ed il dialogo dopo i primi sei mesi positivi di attività nella nostra diocesi.
L’occasione però è data anche dalla presentazione di un documento pastorale diocesano per l’accompagnamento alla vita cristiana: “Tracce per il cammino” uno strumento per interrogarsi sulla propria dimensione missionaria, per aiutare a costruire una moderna pastorale diocesana e naturalmente la diffusione del messaggio evangelico. Un percorso di lavoro che si concluderà in un convegno di sintesi a metà giugno per consentire la preparazione dei progetti parrocchiali dell’anno successivo.
Al di là delle tante cose dette e di quelle richieste dai giornalisti, anche rispetto alla discontinuità con il passato, l’incontro è sembrato molto centrato sul metodo di lavoro che il nuovo Arcivescovo sta cercando di costruire per fare in modo che la Chiesa salernitana sia un luogo di comunione per collocarsi nella Chiesa vera del cammino universale. Perciò nella costruzione di un programma di lavoro che “all’inizio non avevo, ma che ha trovato qui nel lavoro del Sinodo diocesano”, occorre capire e conoscere bene la realtà per costruire il cammino di comunione, per il rafforzamento della comunità di fedeli disposti a vivere la fede e una grande esperienza di fraternità dov’è possibile, e farla crescere dove non è possibile.
Sulla questione del lavoro che ho voluto richiamare nella mia domanda a Mons. Moretti, l’Arcivescovo ha segnalato la presenza del tema nella Commissione pastorale sulla comunicazioni sociali e lavoro, precisando che il ruolo della Chiesa non può che essere di animazione e di educazione al problema per chi lavora, per gli economisti, per chi governa, con una attenzione particolare al bene delle persone ed evitando una promozione diretta per favorire il lavoro.
L’incontro ha voluto confermare, nel giorno della Quaresima, uno stile di lavoro improntato sulla trasparenza ed il dialogo dopo i primi sei mesi positivi di attività nella nostra diocesi.
L’occasione però è data anche dalla presentazione di un documento pastorale diocesano per l’accompagnamento alla vita cristiana: “Tracce per il cammino” uno strumento per interrogarsi sulla propria dimensione missionaria, per aiutare a costruire una moderna pastorale diocesana e naturalmente la diffusione del messaggio evangelico. Un percorso di lavoro che si concluderà in un convegno di sintesi a metà giugno per consentire la preparazione dei progetti parrocchiali dell’anno successivo.
Al di là delle tante cose dette e di quelle richieste dai giornalisti, anche rispetto alla discontinuità con il passato, l’incontro è sembrato molto centrato sul metodo di lavoro che il nuovo Arcivescovo sta cercando di costruire per fare in modo che la Chiesa salernitana sia un luogo di comunione per collocarsi nella Chiesa vera del cammino universale. Perciò nella costruzione di un programma di lavoro che “all’inizio non avevo, ma che ha trovato qui nel lavoro del Sinodo diocesano”, occorre capire e conoscere bene la realtà per costruire il cammino di comunione, per il rafforzamento della comunità di fedeli disposti a vivere la fede e una grande esperienza di fraternità dov’è possibile, e farla crescere dove non è possibile.
Sulla questione del lavoro che ho voluto richiamare nella mia domanda a Mons. Moretti, l’Arcivescovo ha segnalato la presenza del tema nella Commissione pastorale sulla comunicazioni sociali e lavoro, precisando che il ruolo della Chiesa non può che essere di animazione e di educazione al problema per chi lavora, per gli economisti, per chi governa, con una attenzione particolare al bene delle persone ed evitando una promozione diretta per favorire il lavoro.
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